sabato 3 ottobre 2015

anima...

Immagino sempre dentro di noi l’anima come un puzzle formato da voglie….timori….. terrore….. amore…..sesso….. ed ogni sentimento  ha un colore che a volte è quasi spento….a volte brilla di una luce accecante…..  l’uso che se ne fà genera questi lampi di luce …ed allora l’amore bianco si mischia con il rosso del sesso o con il nero del terrore….. Sesso= rosso…..è il colore che quasi tutti noi associamo al sesso….. Non ho capito veramente il perché….. rosso è il colore del fuoco…..ed amando ci si sente bruciare….consumare…e veramente  il sesso consuma….ti brucia dentro ed a volte anche fuori……la mia pelle si riscalda  a tal punto da  diventare piacevole per la partner….. nei periodi invernali…… leggermente fastidiosa durante l’estate …. Ho provato ad entrare in una stanza completamente al buio…. Una volta entrato viene voglia di chiudere gli occhi per accompagnare al buio vero, quello creato dalla nostra mente…..subito le braccia  scattano in avanti e le mani diventano così sensibili da percepire gli oggetti che piano piano sfiori….. le cose di tutti i giorni sono facili da indovinare….. le altre…. Un  panetto di burro o una spazzola di ferro….. o uno specchietto….sono cose che solo la fantasia ti permette di scoprire… ed il buio, che non ha colore e noi lo chiamiamo nero, ti avvolge al tal punto che a volte ti prende l’angoscia alla gola e ti viene voglia di urlare….. Ho notato che basta un filo di luce e tutto cambia…..si sente un sospiro di sollievo che parte dal profondo dello stomaco e sale alla gola….


mercoledì 16 settembre 2015

amore

Che cosa strana raccogliere le idee
ed  appoggiarle sul  freddo marmo
in attesa di essere seppellite
insieme al cuore ucciso dalle
tue  parole.

Questo silenzio accuminato
strazia la mia carne
mentre i tuoi occhi innocenti
guardano la fine di un amore

Chi  l’ ha detto che l’amore
è  eterno,
di quale amore si parla?
Che cosa è che apre la porta
del nostro cuore, che noi teniamo
serrata
con la paura  di un dolore
improvviso
che ci possa rendere  schiavi.

E questo amore
che si è insinuato nei miei pensieri,
che ha forzato il cuore
e lo ha reso abitabile  ad una  estranea
ora mi sta uccidendo lentamente.

Simile ad una ameba
si nutre del mio dolore guardandosi attorno
in cerca di un altro cuore da occupare.




bigi


mercoledì 9 settembre 2015

Esodo

Migranti: la Danimarca blocca i treni con la Germania e rimanda indietro chi non si registra
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A causa dell'afflusso di "centinaia di migranti, la Danimarca ha sospeso a tempo indeterminato il traffico ferroviario con la Germania, riferisce il sito della Frankfurter Allgemeine Zeitung. La polizia danese ha chiuso per ragioni di sicurezza anche una superstrada nel nord del Paese che era attraversata da migranti che cercavano di raggiungere la Svezia a piedi. Gli immigrati erano fuggiti da una scuola dove erano stati collocati in attesa di registrazione nella città di Padborg.
Secondo quanto riferisce il settimanale tedesco Die Zeit, se non si lasciano registrare, la polizia rimanda in Germania i profughi entrati in Danimarca. Il sito precisa che "circa cento persone" sono arrivate nella notte a Padborg e "diverse centinaia" hanno raggiunto Rodby sull'isola di Lolland: "tutti" sono stati alloggiati in alcune strutture. I migranti in arrivo in una scuola di Rodby adibita ad ostello sono stati presi a sassate da non meglio precisati "xenofobi".
L'amministrazione della regione sud-occidentale tedesca con capoluogo Stoccarda ha dichiarato di non poter accogliere altri migranti: "Il Baden-Wuerttemberg non può prendere più nessuno, oggi, in quanto per la prima volta tutto lo spazio a disposizione è esaurito", ha detto alla Dpa il capo della cancelleria regionale, Klaus-Peter Murawski.
IL REPORTAGE DELL'INVIATO Claudio Accogli
Avviso shock a Asotthalom, al confine tra Ungheria e Serbia: un manifesto incollato alle stazioni dei bus mette in guardia dal "rischio contagio dalle malattie dei migranti". L'avviso contiene due foto. In una dei medici con protezioni anti infettive trasportano una persona morta in barella. Nell'altra si vede un braccio devastato da piaghe.
"Non toccate gli oggetti lasciati dai migranti: vestiti, abiti, scatole di conserve e anche bottigliette d'acqua. I migranti portano malattie e rischiate di essere contagiati", recita l'inquietante avviso. Si avvertono i cittadini che nel caso avessero toccato senza guanti di protezione questi oggetti e dopo qualche giorno si presentino sintomi come "diarrea, vomito, esantemi sul corpo", di recarsi immediatamente da un medico. L'avviso è siglato dalle autorità del Consiglio municipale, dove è al potere Jobbik, il partito di ultradestra antisemita e anti Ue, e anche dal locale rappresentante del governo centrale di Budapest.
E' un'invasione, dobbiamo fermarli, altrimenti l'Unione europea scomparirà", tuona il sindaco di ultradestra. "Bruxelles dovrebbe fare i campi di accoglienza in Arabia Saudita o Bahrein". Asotthalom è un villaggio ungherese a ridosso del confine con la Serbia, uno di quelli dove il muro anti-migranti di Viktor Orban raccoglie maggiori consensi e dove la polizia va a 'caccia' dei profughi nelle foreste. Il premier ungherese oggi ha annunciato che vuole accelerare la costruzione della barriera, che dovrebbe essere finita entro una settimana. I 4mila cittadini di Asotthalom, perlopiù agricoltori, hanno eletto sindaco Laszlo Toroczkai, che rappresenta Jobbik, il partito ungherese dei "discendenti di Attila", anti-Ue, razzista e antisemita. E soprattutto, in questo momento, anti-migranti. Qui la 'cortina di ferro' di Orban è sorvegliata da militari e poliziotti. Ma non è come quella di Rozske: per diversi chilometri il reticolato è alto appena un metro e mezzo. I migranti in fuga tagliano il filo spinato facilmente - le strutture metalliche si piegano anche solo con le mani - e attraversano il confine. "Ad Asotthalom, frontiera Schengen, passano circa 500 persone al giorno", spiega il militare che sfreccia sulla strada tra due ali di fitta vegetazione.
Dalla parte serba passa qualche trattore, non c'è traccia di alcuna presenza delle forze di sicurezza. Sul ciglio di una strada, in una fossa naturale del terreno, una decina di migranti circondati dagli agenti molto più numerosi cerca riparo dal freddo raccogliendo legna poco lontano. Non c'è nessun volontario, ungherese né austriaco, a portare soccorso. Né tantomeno le organizzazioni internazionali come l'Unhcr, arrivate in queste ore nei campi di Rozske. Il suv macina metri sulla strada circondata dai boschi: al lato, tre migranti camminano a fatica. L'auto si ferma: "Visto, uno è scappato", dice il militare. Gli altri due sono un ragazzo che accompagna sotto braccio un anziano, chiaramente non vedente. Dicono di essere siriani. "Dov'è il terzo?", incalza il militare, "richiamatelo". Il giovane si scusa, è pallido, con la voce tremante. Chiama il terzo fuggito, ma non arriva nessuna risposta. Il 'cacciatore' si intrufola nella foresta: tra gli arbusti ci sono almeno 20 profughi, tra i quali diverse donne. Intima l'alt. "No, no", urlano i migranti, che iniziano a scappare tra gli alberi. Il militare chiama la polizia: "Li beccheranno alla fine del bosco, lì c'è la radura". Si torna a Asotthalom. Nel villaggio si respira un'aria pesante. Gli stranieri vengono presi a sberleffi. Tutti dicono di parlare solo l'ungherese, anche se lo spiegano in un perfetto inglese. Arrivano cinque ragazzoni in tenuta mimetica.
Dicono che bisogna chiudere tutto, che quelli che arrivano "non sono siriani" e non fuggono dalla guerra: "Sennò prenderebbero l'aereo da Damasco o Kabul, con tutti i soldi che spendono per arrivare qua". Si lasciano andare agli sfottò sul calcio: "Forza Lazio, è una squadra con il cuore che vola in alto", dicono mimando il volo dell'aquila. Poi spiegano che per prendere l'autobus e tornare a Szeged, dove c'è l'unica stazione ferroviaria della zona e dista 35 km, occorre incamminarsi sulla strada principale. Ma non è vero, la stazione dei bus è 10 metri prima. Lo dicono anche a quattro pachistani, arrivati da Lahore. Passa il bus, che alla prima svolta gira a sinistra e lascia la strada principale. I quattro pachistani, tutti dotati della "carta" di identificazione della polizia e quindi in grado di imbarcarsi a Szeged su un treno per Budapest e arrivare in Austria o Germania, non lo prenderanno mai. A una fermata, 20 chilometri più avanti, 12 profughi visibilmente allo stremo delle forze vogliono salire a bordo. Ma l'autista chiude le porte. Sul bus nessuno dice nulla, anzi, sembrano contenti.

Questo articolo ti lascia l’amarezza addosso…. Siamo contenti di lasciare a piedi gente di altri paesi che scappano non si sa da cosa e ce li ritroviamo qui per l’imbecillità dei nostri Governanti….Stiamo facendo passi indietro in questa Società che non guarda più il vicino bisognoso, ma pensa solo alla propria pancia..... Ma tutti però….e per tutti intendo quelli che usano il cuore con il cervello, si chiedono il perché di questo esodo così massiccio e se quelli che si chiamano emigranti lo sono veramente…. Sono veramente persone che scappano dalle guerre in atto…… dalle carestie….. dalle persecuzioni …..o  piuttosto sono la prima fase di una invasione in atto che l’imbecillità di chi ci comanda ancora non vede?....... Profughi che scappano da chi vorrebbe identificarli….. giovani di tutte le razze, la maggior parte mussulmani……che si permettono di rifiutare il cibo che gli si dà, se non di loro gradimento…..o si permettono di manifestare se non vengono accolti con i guanti bianchi…..tutti questi fanno pensare ed allora succede che si chiude la porta di casa e quella del cuore….per paura….. E’ inutile che il Papa o i vari Governanti di questa pseudo Europa Unita  predicano l’accoglienza….. stanno predicando di arrenderci a questa massa di gente che viene per conquistarci…..è il massimo della vigliaccheria…..Non sanno i  Nostri che la vigliaccheria di fronte al nemico è punita con la morte?